Buon Anno.

Ciao! Siamo ufficialmente arrivati alla fine del 2018 e, come faccio ogni anno (di questa ultima affermazione non sono poi tanto sicuro), è arrivato il momento di tirare le somme con un post. Negli ultimi anni, dicembre è diventato il mio mese di riflessione personale. Nei miei momenti liberi, mi ritrovo spesso a pensare a tutti gli eventi successi, agli obiettivi che ho raggiunto, e a quelli che ho clamorosamente mancato. Solitamente, in questo periodo, mi ritrovo insoddisfatto. Nel mio eterno iper auto criticismo, ho sempre l’impressione di non aver fatto abbastanza, di non aver compiuto i passi giusti, e di essere ancora lontano anni luce dalla persona che voglia diventare. Ma non oggi, non quest’anno.

Mentre uscivo dal vialetto di casa con l’auto, e mi appuntavo mentalmente di scrivere questo post, ho ripensato a tutto quello che ho conquistato in questo 2018.

E con mia grande sorpresa, ho sentito una punta di soddisfazione. Quest’anno, da gennaio a dicembre, ho scritto il mio libro, ad oggi pubblicabile per il 70%, in un periodo fisicamente molto travagliato. Ho compiuto le azioni necessarie per far diventare il progetto della scuola di inglese una realtà, che ad oggi comporta una società aperta, dei locali in procinto di rinnovo, uno staff di insegnanti che prende forma e una data di apertura fissata per il 1 aprile 2019. Nel mio business di nutrizione e benessere, ho visto la mia rete commerciale crescere, e con lei le persone responsabili dei fatturati triplicati. A questo fatto, si sono aggiunte le centinaia di storie di clienti soddisfatti, che hanno finalmente raggiunto il tanto agognato benessere fisico.

Su questo blog, contando questo, ho pubblicato la bellezza di 42 articoli, mantenendo una media di poco superiore a tre post al mese, di fatto triplicando la media tenuta nel 2017. Ho pubblicato 3 video sul mio canale YouTube, che seppur siano pochi, mi hanno dato la conferma di essere abbastanza “per quel mondo”. Sono finito sul giornale tre volte, ed ho fatto conoscere il mio nome un pochino di più.

Anche dal punto di vista emotivo, del 2018 potrai parlare ore. Come ho già ripetuto molte altre volte, quest’anno è stato una vera e propria montagna russa di emozioni, con picchi in entrambe le direzioni. Ho visto andarsene per sempre mio cugino, e tutt’oggi porto i segni della sua dipartita. Ho terminato relazioni tossiche, e fatto nuove amicizie. Ho incontrato persone di ogni tipo, ceto ed estrazione sociale, e

C’è stata la musica, con 51000 minuti di canzoni ascoltate. I libri letti, che quest’anno sono stati 14. Le incalcolabili ore su YouTube, passate ad imparare qualcosina in più su tutto ciò che suscita la mia curiosità, e a guardare l’occasionale compilation di automobilisti russi incazzati.

A questa lista si aggiunge l’inestimabile esperienza di vita acquisita, grazie a questi 365 giorni che mi sono stati regalati sulla terra.

Mi sento soddisfatto, ma ho la consapevolezza che c’è ancora tanto, tantissimo lavoro da fare per diventare la persona che sogno di essere.

Niente paura, mi ripeto. Ho ancora tempo per crescere, imparare cose nuove e migliorarmi. Devi guardare alla tua vita come ad un progetto a lungo termine. Immagina di costruire la più bella delle cattedrali, con guglie, pinnacoli, maestose vetrate e colonne. Non verrà eretta da un giorno all’altro, ma richiederà tempo e pazienza. Persevera, un mattone dopo l’altro, senza badare alla fatica e al sudore. Prima o poi, i suoi tetti oscureranno il sole.

Ora, permettimi una piccola digressione. Voglio raccontarti un episodio Quando frequentavo le superiori, non ricordo esattamente in che anno, studiando Lutero ero incappato in una frase che a quel tempo mi aveva dato molto fastidio. L’aveva attaccata lui stesso sulla porta della chiesa di Erasmo da Rotterdam, e sentenziava: “Chi vive sperando, muore cagando.

Io, che in quel periodo vivevo di speranza, l’avevo presa sul personale. Deridendo Erasmo, sembrava che Lutero stesse deridendo anche me. Il sol pensiero che affidandomi alla speranza non avrei raggiunto i miei obiettivi, mi spezzava. Mi sentivo un illuso, per capirci.
Oggi ripensandoci, non posso fare a meno di sorridere. Sono passato, senza rendermene conto, dall’essere Erasmo, a Lutero. Ho finalmente capito che la speranza, da sola, non ti porta da nessuna parte. Non sarà mai abbastanza per cambiare la propria vita.

Si può cambiarla? Sì! Sono fermamente convinto che sia nelle corde di ogni persona, trovare la forza per stravolgere il proprio mondo, ed uscire da una situazione difficile. Ma ho la certezza che nulla accadrà, se ci affidiamo alla sola speranza.

A te che leggi, quindi, non auguro un buon 2019, perché non sarà un anno diverso da quello appena passato, ma la risultante delle azioni che avrai compiuto nel presente, e nulla più. Non porterà nulla di nuovo, a meno che, tu per primo, non ti rinnoverai.

Forza.

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