Sana Cheema

Questa mattina, mi sono svegliato con una notizia agghiacciante. Sarà sicuramente arrivata anche a voi. Cioè che una ragazza di soli 25 anni, di nome Sana Cheema, è stata barbaramente sgozzata dai suoi familiari mentre era in in Pakistan, e tutto perché si voleva sposare con un ragazzo italiano.

Una notizia simile, può scuotere praticamente chiunque. Lasciare senza parole. A me, ha fatto un effetto diverso. Sì perché, questa notizia è stata pubblicata nel gruppo delle mie ex compagne di classe. Niente di strano, penserete voi, ma qualcosa di strano c’è. Questa ragazza, che i giornali dicono abitasse a Brescia, è stata mia compagna di classe per tre anni. Non era di Brescia, bensì di Verolanuova. E viveva a 100 metri da casa mia. Mentre leggevo notizie che parlavano della sua morte, ho prestato molta attenzione ai commenti che venivano fatti. E non commenti a caso, ma commenti che apparivano sulla mia bacheca di facebook, cioè di persone che l’avevano conosciuta veramente.

Erano tutti costernati, e non si davano spiegazione di un gesto tanto meschino quanto barbaro. E come dargli torto, erano gli stessi pensieri che avevo in testa io. Una cosa, è una soltanto, mi ha indispettito. Sembrava che tutti si fossero dimenticati del male che in passato avevano fatto a Sana! Sì perché, in 3 anni di superiori all’istituto di ragioneria che frequentavamo insieme, ho potuto assistere alle peggiori prese in giro fatte nei suoi confronti.

Veniva derisa per ciò che diceva, per come si vestiva, per come si comportava. Più volte, i professori ci avevano chiesto di aiutarla ad integrarsi, Ma noi avevamo fatto orecchie da mercante! E dico noi, perché in quei momenti ci ho sguazzato alla grande. E sarei un ipocrita se dicessi il contrario. La prendevo in giro con gli altri.

Era strana, questa ragazza, e noi come gruppo l’abbiamo tormentata! Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, c’erano persone che non si comportavano così. Ma oggi, mentre scorrevo la bacheca e leggevo i pensieri rivolti a Sana, non ho potuto fare a meno di ripensare a quei giorni. Chi la piange e la glorifica oggi, dopo che è stata barbaramente uccisa, ha breve memoria.

E di natura umana, dimenticarsi del male che si ha fatto, ma queste persone, e a me compreso, suggerisco un esame di coscienza. E ci tengo a precisare, che con le mie parole non voglio fare la morale a nessuno. Né tantomeno giudicare, o cercare di apparire in un qualche modo superiore. Ma non posso fare a meno di pensare, e sentirmi un po’ colpevole.

Per come la vedo io, dopo questo tragico evento, abbiamo due scelte! Possiamo imparare dai nostri errori, e riservare un atteggiamento diverso alle persone che incontriamo ogni giorno. Giudicare meno, e accettare di più. O possiamo far finta di niente, continuando a deridere e puntare il dito.

 Poi piangere chi condivide con noi del tempo, una volta che non c’è più.

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