
Un cuore lo sa, o forse no, ma poco importa.
Non vuol sentir parlar di logica, in ogni caso.
Un organo curioso, e solitario, che ti porta incessantemente a cercarne uno simile.
Ma nonostante brami l’intrecciarsi per sempre ad un altro, solo rimane, a fare il suo lavoro.
E nella solitudine di cui è artefice, quando un cuore si spezza, a sentirne il frastuono sei solo tu.
Aggiustarlo poi, è faccenda complicata.
Puoi provare a raccoglierne i pezzi, incollarli con mano tremante, ma non c’è colla che tenga.
E sebbene la logica gli suggerisca di attendere paziente, ricomporre i cocci rotti del cuore, a un cuore, risulta impossibile.
Ti dicono che il tempo guarisce ogni ferita, che con lo scorrere dei giorni, i tagli che adesso lo lacerano andranno via via rimarginandosi; si trasformeranno in cicatrici, e tu non proverai più dolore.
Ma valla a spiegare tu questa teoria, a un cuore, quando ad ogni battito si accorge che ne manca un secondo, che fino a poco prima gli batteva all’unisono.
Quel ritmo che nel tempo lo ha alimentato, e che oggi non è altro che un silenzio assordante.
Un cuore lo sa, o finge che non sia così, ma poco importa.
Perché un cuore che, dopo essersi librato in volo, impatta il suolo e va in frantumi, non sa più ascoltarsi.
Ed è giusto che sia così. Se fosse il contrario, e alla sensazione di calore che ti accompagnava fino a prima non si fosse sostituito il freddo, allora di cuore non staremmo più parlando.
Ti farà stare male, un cuore. Il tuo, e quello della persona che per tempo hai chiamato amore.
Passerà.
Ripetilo al tuo cuore.
Che finga o meno di ascoltarti, sono certo che prima o poi, capirà.
Il dolore è chiaramente percepibile e contrastarlo è inutile ;è una via lastricata di pietre roventi che va percorsa fino alla fine. Alla fine però non si può sapere cosa si troverà ;spesso c’è una gioia più grande pronta per noi. Il tempo non cancella, forse lenisce. Le cicatrici restano, ma sta a noi riempirle con l’oro come si fa nella cultura giapponese. Grazie per avermi permesso oggi di pensare. Un abbraccio
Ciao Manuel, grazie a te per aver condiviso questa riflessione!