
Dovremmo stare nudi, io e te.
Sdraiarci sotto un tetto basso, ad ascoltar la pioggia picchiettare sulle tegole.
Battere il tempo con le dita, goccia dopo goccia, per lasciar scorrere le mani l’un sull’altro, mentre disegniamo capolavori che non vogliono pittura.
Mi prenderesti in giro, lo so. Diresti mille volte che penso solo a quello, che sono come tutti gli altri uomini.
Risponderei guardandoti senza emettere un suono, e abbozzando un sorriso, il mio silenzio ti darebbe ragione.
È vero. Che dovremmo stare nudi, io e te, lo ripeto spesso. Come ogni altro uomo, ti vorrei svestita sempre.
Ma puoi forse biasimarmi, se il destino ha fatto sì che t’incontrassi?
Se sono stato così scemo da svestirmi, per far entrare i tuoi occhi nei miei, perché farmene una colpa?
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