Non so più come iniziare a scrivere, mi chiedo il perché.
Sarà il caldo che mi inceppa il cervello? Non lo posso dire con certezza, ma credo che le temperature di quest’estate alimentino non poco il mio blocco dello scrittore. Scrivere è già dura se ti trovi in un ambiente climatizzato, figuratevi in mansarda mentre il sole cerca di cuocervi a fuoco lento. Le parole non arrivano, fissi lo schermo del computer per ore e non porti a termine nulla. Mille idee in testa senza mai trovare le parole giuste per iniziare a raccontarvele. A meno che, non cominci lamentandomi del caldo.
Cinque righe rapinate, ma almeno ho rotto il ghiaccio. E io a rompere, sono bravissimo.
Tornando al problemino di cui vi ho parlato prima, sono convinto che la colpa sia da imputare al fatto che non sono più la stessa persona che scriveva due anni fa. Mi sono evoluto, o per meglio dire, sono cresciuto.
Non penso più come facevo allora, non guardo più il mondo allo stesso modo. Un tempo gli anni che passavano non erano altro che gradini in meno verso i traguardi che mi ponevo, come il patentino del motorino a quattordici anni o la patente della macchina ai diciotto. Volevo diventare grande per avere acceso ai benefici che arrivano con all’età adulta, ignaro del fatto che c’è il bello e il brutto in ogni cosa. Se a diciotto anni ti senti padrone del mondo, a ventiquattro capisci che non sarai giovane per sempre. Almeno così è stato per me.
Il vecchio Marqo mi sta stretto perché non capiva l’importanza del presente, viveva e parlava come se non sarebbe mai morto. Tutto gli sembrava troppo bello per essere vissuto nella sua “condizione”, ogni giorno preferiva i sogni alla vita vera solamente perché terrorizzato da quello che sarebbe potuto succedere se le cose non fossero andate come le aveva programmate. Povero scemo, la vita non è programmabile.
Come puoi aspettare “d’essere pronto” in un gioco che sei nato per giocare? La vita è un soffio, e chi se lo dimentica finisce col rimpiangerla.
Ora lo so. La vita è mia e voglio viverla alle mie condizioni, senza riserve. Fare il meglio con quello che mi è stato dato, e iniziare a farlo ora. Senza esitazione, paura di sbagliare o di non essere all’altezza.
Così da essere, finalmente, libero.