Buon Natale.

Santa

Questo post ha tormentato la mia notte, sono andato a letto alle 2 e non sono riuscito ad addormentarmi per molto tempo. Ho continuato a pensare al Natale, allo spirito con cui lo si affronta e alle parole da utilizzare per descrivere come mi sento in questo momento. Sono stato sdraiato nel letto a fissare il soffitto e a maledire la paralisi che mi inchiodava li, impedendomi addirittura di “catturare” i miei pensieri con l’inchiostro in un’agenda.

Qual’è il sentimento predominante nel mio Natale? La paura di passarne un’altro sulla sedia a rotelle. Dovrei essermi abituato all’idea di una simile eventualità, ma una vita così continua ad essere la cosa che in assoluto mi spaventa di più. Mi terrorizza più della morte, della solitudine e della maggior parte di quello che spaventa gli esseri umani. Le lettere che ho inviato a Babbo Natale non devono essergli arrivate (sarà colpa delle poste) perché l’unico dono che chiedo ogni anno fa la stessa fine della moto da cross che chiedevo a S. Lucia da bambino, non arriva mai. Ed è qui che la paura comincia a farla da padrone, il tempo passa e io mi chiedo sempre più spesso quand’è che potrò di nuovo correre, ballare, guidare una moto e portare una ragazza a vedere un concerto. Cose all’apparenza insignificanti che però mi mancano come l’aria.

In questo blog ho raccolto, in oltre una anno di “attività”, ogni cosa che ho ritenuto degna di essere ricordata; pensieri belli, pensieri tristi e sogni d’ogni genere. Quale modo migliore di affrontare le mie paure se non scriverle su questo diario segreto che di segreti non ne mantiene neanche uno? Ci vuole coraggio per ammettere le proprie debolezze, ecco perché sono stato sveglio tutta la notte a pensare alle parole che avrebbero composto questo post. Una notte buttata a inseguire frasi sfuggevoli senza mai rendermi conto che ne sarebbe bastata una soltanto: Ho paura di non guarire più. Ho paura che le persone che hanno la possibilità di trovare una cura per la lesione midollare non lo stiano facendo perché ritengono il profitto più importante del benessere di quelli che ne sono affetti. L’uomo, con la sua totale assenza di empatia verso i suoi simili, mi spaventa più di tutto.

Suona scontato parlare di bontà a Natale, ma mai come oggi c’è bisogno di più baci, più abbracci e più sorrisi. Per il 2014 “ho chiesto” che le persone imparino a volere il bene di tutti quelli che incontrano nella vita, che sarà anche un’utopia, ma vale la pena tentare.  Chissà che da uno di questi gesti non arrivi anche il regalo che aspetto da sei anni.

 

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