Vi guardo.

Oggi mentre attraversavo Roma in macchina ho cominciato ad osservare le facce delle persone che camminavano lungo il marciapiede, ho lasciato scorrere sotto i miei occhi un fiume di gente di sesso, età e razza diverse che in comune aveva una sola cosa, nessuno di loro sorrideva. Ho guardato un viso alternarsi a un altro senza che nessuno mai mostrasse, fatta eccezione per i bambini, un minimo di felicità o gratitudine per quello che possedevano. Avrei voluto urlargli quanto erano fortunati, gridargli dal finestrino di essere felici perché la vita è bellissima, ma tutto quello che sono riuscito a fare è stato giustificarli. Come potevano apprezzare i doni che avevano ricevuto alla nascita se non avevano mai vissuto un giorno senza?

Tutto quello che ho imparato sul vero valore delle piccole cose mi è stato insegnato dal momento in cui il mio corpo ha smesso di muoversi per mia volontà, quando la lesione midollare ha spazzato via tutti i miei piani per il futuro e mi ha lasciato due sole certezze:  la carrozzina e la morte. La bellezza del sole che splende nel cielo mi ha commosso solo dopo che ho passato quaranta giorni in ospedale senza mai lo poterlo vedere, l’importanza del respirare autonomamente l’ho capita soltanto quando per cinque mesi ho convissuto con un respiratore artificiale che lo faceva al posto mio, il valore della vita l’ho scoperto solo dopo aver chiuso gli occhi senza la certezza di poterli riaprire.

Vi guardo e mi chiedo cosa posso fare per aiutarvi a capire  la grandezza che c’è in un gesto semplice come una stretta di mano senza che dobbiate arrivare ad aver timore di conoscere qualcuno perché non potete più farlo, come posso fare a dirvi che gli esseri umani per capire il valore di quello che hanno spesso devono perderlo e, soprattutto, come posso spiegarvi che non avete motivo di sprecare la vita a essere infelici senza che dobbiate capirlo come ho fatto io.

Vi guardo e realizzo che l’unica cosa che posso fare è scrivere parole, raccontare com’è la vita senza tutto questo e sperare che a raccoglierle non ci sia solo il vento.

Vi guardo