Vi guardo.

Oggi mentre attraversavo Roma in macchina ho cominciato ad osservare le facce delle persone che camminavano lungo il marciapiede, ho lasciato scorrere sotto i miei occhi un fiume di gente di sesso, età e razza diverse che in comune aveva una sola cosa, nessuno di loro sorrideva. Ho guardato un viso alternarsi a un altro senza che nessuno mai mostrasse, fatta eccezione per i bambini, un minimo di felicità o gratitudine per quello che possedevano. Avrei voluto urlargli quanto erano fortunati, gridargli dal finestrino di essere felici perché la vita è bellissima, ma tutto quello che sono riuscito a fare è stato giustificarli. Come potevano apprezzare i doni che avevano ricevuto alla nascita se non avevano mai vissuto un giorno senza?

Tutto quello che ho imparato sul vero valore delle piccole cose mi è stato insegnato dal momento in cui il mio corpo ha smesso di muoversi per mia volontà, quando la lesione midollare ha spazzato via tutti i miei piani per il futuro e mi ha lasciato due sole certezze:  la carrozzina e la morte. La bellezza del sole che splende nel cielo mi ha commosso solo dopo che ho passato quaranta giorni in ospedale senza mai lo poterlo vedere, l’importanza del respirare autonomamente l’ho capita soltanto quando per cinque mesi ho convissuto con un respiratore artificiale che lo faceva al posto mio, il valore della vita l’ho scoperto solo dopo aver chiuso gli occhi senza la certezza di poterli riaprire.

Vi guardo e mi chiedo cosa posso fare per aiutarvi a capire  la grandezza che c’è in un gesto semplice come una stretta di mano senza che dobbiate arrivare ad aver timore di conoscere qualcuno perché non potete più farlo, come posso fare a dirvi che gli esseri umani per capire il valore di quello che hanno spesso devono perderlo e, soprattutto, come posso spiegarvi che non avete motivo di sprecare la vita a essere infelici senza che dobbiate capirlo come ho fatto io.

Vi guardo e realizzo che l’unica cosa che posso fare è scrivere parole, raccontare com’è la vita senza tutto questo e sperare che a raccoglierle non ci sia solo il vento.

Vi guardo

0 commenti su “Vi guardo.”

  1. La sera del tuo incidente io ero lì, a diciannove anni ho capito che la vita a volte è davvero ingiusta…
    A settembre di quell’anno ho iniziato il corso per soccorritori volontari 118.
    Il fatto di poter dare una mano a chi ne ha bisogno, e sorreggerli nel momento di maggior bisogno mi fa stare bene, mi fa sentire utile, e ogni volta, alla fine di una missione, ognuna di queste persone mi regala un pezzettino di se, della sua vita, della sua esperienza, a volte anche solo un sorriso o un grazie diventano la ricompensa più grande!
    Il tuo blog l’ho letto tutto d’un fiato, non sapevo nemmeno dell’esistenza di queste pagine, e dopo aver letto questo post ho pianto: ho pianto per la grandezza dei temi che affronti e per la naturalezza con la quale scrivi, ho pianto perchè quello che scrivi è terribilmente vero, ed ho pianto perché io in prima persona, come tutti coloro che osservi, a volte mi dimentico di quale bel dono è la vita, fino a quando non lo vedo con i miei occhi ogni volta che faccio un intervento in emergenza…
    Tutto ciò per dirti grazie di questo blog, farti un in bocca al lupo grandissimo, anche per il libro che prima o poi scriverai, e complimentarmi con te per la forza d’animo che hai dentro e che ti permette di avere sempre una buona parola per tutti.
    Un abbraccio.
    Alice

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