Billy.

 

La settimana che è appena passata sono stato a Lanzarote, una delle nove isole che insieme formano l’arcipelago delle Canarie, e in sei giorni effettivi di vacanza ho avuto parecchie disavventure. Ho passato tutto il primo giorno al sole garantendomi così per quello successivo un “soggiorno” forzato a letto causa febbre a 38, il terzo, il quarto e il quinto sono stati giorni caratterizzati dalla quasi totale assenza del sole e il sesto ed ultimo è servito esclusivamente alla mia faccia per ustionarsi e riempirsi di vescichette che mi hanno tormentato per tutto il viaggio di ritorno. Se a tutto quello che ho appena elencato vogliamo aggiungere una carrozzina per la doccia che nella doccia non riusciva ad entrarci, un bagno con l’entrata così stretta che per passarci abbiamo dovuto togliere la porta dai cardini e il fatto che io in vacanza erano quasi tre anni che non ci andavo si potrebbe tranquillamente dire che non sono stati proprio i giorni più belli della mia vita. Ho utilizzato il verbo potere al condizionale perché in tutta onestà questa vacanza mi è piaciuta, anche se agli occhi di qualcuno potrò sembrare pazzo ho deciso di guardare il bicchiere mezzo pieno e di vedere solo i lati positivi di questa esperienza.

Quando alle cinque di pomeriggio del primo giorno ho scoperto di avere la febbre a 38 mi sono subito incazzato con il mondo perché non lo credevo giusto, avevo aspettato quella vacanza dal giorno in cui mi avevano detto che ci sarebbe stata la possibilità di farla, ovvero due mesi prima, avevo “sfondato” tutte le barriere mentali che la tetraplegia erige ogni volta che devo affrontare qualcosa di nuovo e dopo tutto questo ero costretto di nuovo a fare da spettatore mentre gli altri si divertivano. Verso sera mia mamma mi ha convinto ad ascoltarla mentre mi leggeva alcuni capitoli de “Il manoscritto ritrovato ad Accra”, l’ultimo libro di Paulo Coelho che a detta sua raccoglie il segreto della nostra vita, e quello che ne è emerso è stata una rivelazione che avevo scoperto tempo fa ma che mai avevo vista scritta in un libro.

Il segreto della vita, a detta di Coelho, è quello di capire che il destino non lo possiamo governare, possiamo soltanto rispondere ad ogni difficoltà che ci manda con la forza dell’amore, e così ho deciso di fare io mentre combattevo la febbre nel letto. Guardando la mia situazione in quel momento con amore e non con rabbia, ho potuto provare gratitudine per tutto quello che era veramente importante, come la presenza di mia madre, l’antibiotico che avrebbe debellato il virus, il letto su cui potevo stare sdraiato, le coperte che mi riscaldavano e i muri dell’appartamento che mi proteggevano dal vento. Vedere la vita con gli occhi di un bambino che si meraviglia per le cose più piccole mi ha fatto a dimenticare del troppo vento, della doccia troppo stretta e della faccia scottata  lasciando spazio solamente agli sprazzi di sole che raramente si affacciavano tra le nuvole ma sembravano scaldarmi di più del solito, alle risate che mi facevo con le persone che erano in vacanza con me e alla gioia che derivava dalla consapevolezza di poter vivere questi momenti con loro.

Alla fine, quando sono tornato a casa ed ho aperto facebook, quello che ho visto è stato un insieme di lamentele di persone troppo fortunate da rendersi conto di quanto lo siano veramente, e da subito ho pensato di scrivere questo post. Quello che avrei scritto oggi lo avevo già deciso questa notte, quello che non sapevo è che avrei dovuto dedicarlo a Billy, il mio cane che, quasi come se stesse dormendo, ha lasciato questo mondo per una ragione che non mi sarà mai concesso sapere, e che era la testimonianza “scodinzolante” che vivere con l’amore come sentimento predominante faccia bene al mondo. Buon viaggio cucciolo.

 

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