Pasqua

Mi è sempre piaciuta la Pasqua. Non tanto per la sua connotazione religiosa, che nella vita non ho mai veramente approfondito (mi considero infatti rimandato a settembre come cattolico), quanto più per il suo significato di rinascita. Sì perché, la Pasqua arriva in primavera e porta con sé una ventata di novità che l’inverno fa dimenticare ai più. C’è il sole, arrivano i primi fiori, i primi profumi, il mondo sembra quasi risvegliarsi. Penso questo, mentre sono nel letto e vedo la luce entrare dalla mia finestra. Non chiedetemi perché, ma in questo periodo vengo sempre investito da un’onda di gratitudine infinita. Solo 10 anni fa, passavo questo giorno nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Brescia. Oggi, ho il privilegio di vivermi questa giornata a casa, circondato dalla famiglia e dalle persone a me più care. Posso sentire il vento sul viso, il sole che mi riscalda la pelle, alzare lo sguardo e incontrare il cielo azzurro. Sono anche arrivate le rondini, ci avete fatto caso?

Mi sono svegliato, stamattina, ed ho ripensato alla mia vita. Ho lasciato che riaffiorassero i ricordi, ritornassero le sensazioni, e che le immagini diventassero nitide. Mi sono abbandonato, per un attimo, al passato. Ho avuto una bella vita? Non so dirlo. O meglio, sono dell’idea che la “bella vita” sia una chimera che inseguono gli illusi. La vita è, come dice un grand’uomo, semplicemente vita. Con gli alti e bassi. Il mare calmo e la burrasca. Sorrido perché, se penso alla mia, ho la consapevolezza di non essermi fatto mancare nulla. Ho visto alternarsi gioie che facevano esplodere il cuore, a momenti di disperazione totale. Ho incontrato persone, imparato lezioni, commesso errori, riso a crepapelle e pianto tutte le lacrime di questo mondo. Ogni momento vissuto, è un minuscolo tassello che va a comporre un mosaico in lavorazione da 26 anni. Un mosaico immenso, unico e assolutamente non duplicabile. Il mio mosaico.

In questa Pasqua, la mia ventiseiesima, non posso non fare un paragone con la storia di Cristo nel sepolcro. Siamo tutti morti, al buio, in un sepolcro. Non troviamo la luce, né abbiamo la forza di spostare la pietra che lo chiude. Finché arriva al giorno, in cui risorgiamo. Sia esso dopo tre giorni, tre mesi o tre anni. Ma arriva. Tu trova la forza, reagisci, e goditi il viaggio.

4 commenti su “Pasqua”

  1. Buona Pasqua Marqo! Dice più questo tuo scritto di cento omelie sul significato di questa festa , perché, in fondo, tu stesso sei una testimonianza vivente del significato autentico della Pasqua!

  2. Felice di aver trovato questo tuo scritto. E di essermici in qualche modo ritrovata. Chi ha gratitudine per la vita, direttamente o attraverso l’altro, deve aver sperimentato più volte il buio…
    Buona Pasqua Marco 🙂

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